Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei

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di Annalisa Conti

TUTTA UN’ALTRA VITA – Si dice spesso che ognuno di noi è il risultato delle proprie relazioni sociali, anzi Jim Rohn affermava che “Siamo la media delle cinque persone che frequentiamo di più”.

Nela vita non importa il numero di relazioni che instauri, è importante però che tu sia consapevole del fatto che le persone che scegli di avere nella tua vita influenzano le tue opinioni, i tuoi obiettivi e i tuoi comportamenti.

Il così detto “gruppo di pari” è l’insieme delle persone che hai più vicine, con cui condividi la maggior parte del tuo tempo e che influenza i tuoi comportamenti e contribuisce ai tuoi successi o insuccessi. Se ti circondi di persone che hanno un pensiero positivo e che vedono sempre lo scenario migliore in ogni situazione, sarai portato anche tu ad avere queste convinzioni. Allo stesso modo, se al tuo fianco ci sono persone che hanno fiducia e fanno il tifo per te, inconsciamente farai il possibile per dimostrare che hanno ragione. Vale però anche il contrario: se avrai a che fare con persone che ti credono un fallito e che saranno pronti a farti notare i tuoi errori, sicuramente i tuoi comportamenti saranno di qualità inferiore.

Puoi fare un eccellente lavoro su di te, impegnarti e dare il meglio per raggiungere ciò che desideri, ma se frequenti persone che anche inconsciamente tendono ad allontanarti dai tuoi obiettivi sarà difficile riuscire a portarli a termine. Frequentare, quindi, chi ha la tua stessa visione ti aiuterà a stare in focus e ti spingerà a fare meglio grazie anche alla condivisione di scoperte, conoscenze e strumenti.

Ti sei mai chiesto con chi passi il tuo tempo e se le persone che frequenti ti portano più lontano o più vicino ai tuoi obiettivi?

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Certo, circondarsi di persone che credono in te è importante ma è fondamentale essere anche un buon amico, una di quelle persone che gioisce dei successi degli altri senza invidia e gelosia. A tal proposito vorrei sfatare i falsi miti dell’impossibile collaborazione e sorellanza tra donne: “le donne non sanno fare squadra tra loro; non si supportano l’un l’altra; sono sempre in competizione in una gara eterna tra chi è la più ben vestita, la più bella, la più giovane; sono pronte a criticare, giudicare e demolire l’autostima dell’altra”

Una lista infinita di stereotipi che ti hanno raccontato fin da bambino, anche attraverso le fiabe. Pensa a Cenerentola che viene scelta dal principe perché è la più bella, ma non parla, non fa nulla se non camminare con leggiadria per la sala con le sorelle che la odiano perché vogliono essere al posto suo… solo perché essere scelta dal principe è l’unico scopo della vita.

Con questa idea le donne si sono ritrovate nel “mondo dei grandi” a rincorrere una realtà che le vuole in competizione per l’approvazione maschile che viene ricercata sia nelle relazioni affettive che nel lavoro. Le donne cercano di fare il doppio degli uomini per emergere perché una donna che lavora non può essere anche una brava mamma e moglie e si ritrova costretta a scegliere o l’uno o l’altro per sentirsi meno in colpa con la convinzione che cambiare sia impossibile.

Impossibile solo se pensi che lo sia! Io in questi anni ho avuto la fortuna di circondarmi di donne che non vedevano l’ora di fare squadra e di liberarsi da quegli stereotipi. Donne che hanno imparato che la luce arriva da dentro e non dall’immagine che appare allo specchio, che non c’è competizione e soprattutto che non devi primeggiare e piacere per accaparrarti l’unico principe sulla piazza come se fosse un trofeo, perché l’unica vera vittoria è quando si superano i propri limiti e si va oltre le proprie paure.

Ricordatevi che noi donne insieme siamo capaci di “partorire” grandi progetti, di creare con cura e amore ciò che diamo alla luce.

Ne è un esempio il libro che ho co-scritto “Amati o Amàti questione di accento” che ha visto 13 donne sconosciute diventar complici e un “gruppo di pari” mosse da una visione comune. Il portare in giro il nostro messaggio ha dato forza ad altre donne per reagire a una vita che non le rendeva felici e ha spinto la mia amica Carlotta Bruno a mettersi a nudo raccontando la sua storia nel libro “Libera di essere” che è appena uscito. Carlotta ci parla di rinascita, di incontri speciali proprio tra donne che ispirano, che si aiutano e che collaborano tra di loro.

https://www.carlottabruno.com/libera-di-essere/
https://www.carlottabruno.com/libera-di-essere/

Cerchi di donne pronte a unirsi in una sorellanza autentica senza invidia e gelosia perché solo le donne che hanno lavorato e acquisito così tanta consapevolezza e amore per sé stesse possono apprezzare sé e le altre così come sono.

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